L'obbligo della fatturazione elettronica
- Giuseppe Di Giovanni
- 29 nov 2018
- Tempo di lettura: 2 min
In ottica semplificazione e innovazione, anche in ambito fiscale, la fatturazione elettronica è un sistema digitale di emissione, trasmissione e conservazione delle fatture. Conosciamo insieme le incombenze e le ultima novità.

Il nuovo formato destinato alle e-fatture è un formato digitale chiamato xml (eXtensible Markup Language), coinvolgendo in questa danza diversi attori: il fornitore o il suo intermediario, il Sistema di Interscambio nazionale (SdI) e la Pubblica Amministrazione destinataria della fattura. La fattura elettronica non è nuova però al mondo italiano: fin dal 2015, infatti, tutte le partita iva hanno l'obbligo di emettere la fattura elettronica nei confronti della pubblica amministrazione.
A partire dal 2019 l'obbligo di emissione di fattura elettronica coinvolge numerosi operatori, in particolare: -gli Operatori Iva – soggetti o stabiliti in Italia – che dovranno emettere e ricevere le proprie fatture per cessioni di beni e prestazioni di servizi esclusivamente in modalità elettronica; -gli Operatori Iva sia Business to Business sia Business to Consumer (cioè nei rapporti con i consumatori finali, ovvero i comuni cittadini).
In ogni caso le partita iva, così come i cittadini, possono rivolgersi ad intermedieri qualificati (banche, Poste, altri intermediari finanziari, intermediari di filiera, commercialisti, imprese ICT), vale a dire soggetti terzi ai quali gli operatori economici possono rivolgersi per la compilazione/trasmissione della fattura elettronica e per la conservazione a norma. Attualmente è prevista un periodo di transizione fino al 30 giugno che eviterà la mannaia delle sanzioni. La proroga della moratoria sulle sanzioni per la fattura elettronica è prevista fino a settembre 2019.
In ogni caso alcuni operatori sono esenti dall'invio della fattura elettronica: -gli operatori sanitari (aziende sanitarie locali e ospedaliere, istituti di ricovero, farmacie, policlinici universitari, ambulatori specialistici ambulatoriali, iscritti all’Albo dei medici chirurghi); -i contribuenti che hanno aderito al regime forfetario e vecchi minimi (ricordiamo la nuova soglia di accesso fino a 65 mila euro per il 2019); -esercenti e artigiani che operano solo con consumatori ed emettono scontrini e ricevute fiscali (per questi l’obbligo è rinviato); -gli agricoltori in regime speciale; -le imprese che effettuano cessione di beni e prestazione di servizi nei confronti di non residenti
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(fonte: https://www.leggioggi.it)
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